giovedì 18 dicembre 2008

GIOVANNI BRACONI: “SPEED CHECK OK.…MA ATTENZIONE COMANDANTE PETTINARI”

CORRIDONIA – Il consigliere comunale Giovanni Braconi contesta i dati forniti dal comandante della polizia municipale e li ritiene parzialmente indicativi visto che per 12 mesi nessuna cabina speed check è risultata attiva. Anche l’avvocato Braconi è soddisfatto del fatto che risulti una netta riduzione degli incidenti stradali. “Tale positivo risultato viene direttamente collegato alla presenza sulle strade comunali dei dissuasori di velocità (c.d. speed check) introdotti in parte circa 20 mesi fa ed oggi sempre più ramificati sul territorio. – dichiara Giovanni Braconi - Allo stato l’elemento determinante è risultato quello psicologico per due ordini di ragioni: primo quello visivo (la presenza delle varie cabine spinge l’automobilista a rispettare i limiti di velocità ), l’altro il fatto che non si sa quale tra gli speed check collocati sia quello realmente in funzione. Tuttavia, ho il timore che i dati sin qui raccolti siano parzialmente indicativi, atteso che per circa 12 mesi nessuna cabina è risultata attiva; e siccome credo che il comando della polizia municipale abbia intenzione di intensificare la propria attività di controllo sul territorio, mi domando e chiedo se verranno messi contemporaneamente in funzione più speed check”. Però da buon avvocato il consigliere comunale Braconi vuole sapere se l’attivazione delle cabine, e quindi il concomitante controllo della polizia, avvengono anche durante le ore notturne? Se e quando saranno prima o poi elevate le contravvenzioni, le relative violazioni saranno contestate immediatamente al trasgressore, visto che le cabine sono fisse, ovvero allo stesso notificate in un secondo momento? “Rilevo ciò in quanto ritengo che – continua Braconi - tra le forze dell’ordine e di polizia in genere (quindi anche il poliziotto urbano) ed il cittadino debba sussistere un rapporto chiaro nel rispetto della legge - su posizioni distinte ma non necessariamente conflittuali; va bene la repressione quando è necessaria e giusta, ma sempre in un’ottica di prevenzione e collaborazione perché, diversamente, si rischia che il semplice cittadino abbia la sensazione di esser sottoposto a vessazione proprio da colui o coloro che invece dovrebbero preservarlo dalle altrui ingiustizie”

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